Senza pertanto rinnegare nulla di ciò che ha fatto di te un uomo, hai mosso il primo passo nel mondo degli adulti con il sacrificio della tua chioma, fumando la pipa dei tuoi antenati e cacciando il bufalo porpora. La sua pelliccia divenne il tuo manto, simbolo della tua rinascita sotto nuove spoglie.
Un guerriero era nato: Wambli-Wasté.
Il tuo destino era sigillato a quello di tutta la tua tribù. Nessuno ti avrebbe mai lasciato indietro, e a tua volta non avresti mai lasciato indietro uno dei tuoi compagni. La vostra unione era la vostra forza.I valori e i principi legati al rispetto della Grande Madre nutrice di tutti gli esseri sono sempre stati alla base dell'educazione della tua gente. Da tempi immemorabili nessuno ha mai preso alla Terra più di quanto non potesse restituirgli, e sempre e soltanto lo stretto necessario per la sopravvivenza del clan.
Le donne erano amate e venerate come esseri mandati dal cielo, per permettere a voi uomini di prosperare. È sempre stato un dovere spontaneo e naturale per voi, proteggere la loro essenza, ancor prima della vostra.Avevate già chiara la consapevolezza che i bambini sarebbero stati gli adulti di domani. Per tanto avevate un gran rispetto per il miracolo che porta queste creature sulla Terra. La loro educazione veniva spartita tra il padre, la madre e tutto il villaggio. Tanto che non esistevano tra loro gelosia e animosità, perché nessuno aveva più o meno dell'altro. Nessuno contava di più o di meno di un'altro. Ognuno era prezioso tale un diamante grezzo. Le qualità di aiuto reciproco, di equanimità e di fratellanza erano consolidate e ricercate da ognuno dei membri della tribù.
Ma torniamo a te valoroso Wambli-Wasté.La tua pelle era dura a morire, come quella di tutti i guerrieri della tua tribù, che sono sopravvissuti a molti inverni e hanno visto tante primavere. Hai forgiato la tua saggezza nell'attenta osservazione del susseguirsi delle stagioni, dei giorni in apparenza tutti identici ma mai uguali.
Il tuo potere era di percepire in anticipo quel che sarebbe avvenuto. Come quella volta in cui, cavalcando solo per le sterminate pianure del tuo territorio, ti trovasti davanti a quel lungo serpente nero fumante, che più tardi imparasti a nominare TRENO.
Tagliava in due il tuo territorio, con prepotenza negando a chiunque la vista sulle colline che componevano l'orizzonte. Soffocando l'aria con fumo nero e denso. Il suo rumore lo si poteva udire già da lontane alture, e quel fischio, che ancora oggi risuona nelle tue orecchie, svegliandoti di soprassalto.Non dimenticherai mai, come quella visione fu in grado di scindere il due la tua anima altrettanto quanto lo faceva con il tuo territorio.
Ti sei sentito irrimediabilmente attratto da quella novità... e chi non lo sarebbe stato?! Intuivi chiaramente la possibilità che celava quel serpente nero fumante : spostarsi da un territorio all'altro più velocemente che con un cavallo lanciato al galoppo, era un pensiero attraente per chiunque, anche per la tua gente che ha sempre vissuto con i ritmi lenti della natura, reprimendo ogni impulso a voler accelerare qualsiasi cosa.
Davanti allo stupore e alla meraviglia, sentisti subito l'inganno dei sensi prodotto dalla novità stessa : questo treno avrebbe portato ancora più velocemente l'uomo bianco nelle tue valli, avrebbe attratto irrimediabilmente il tuo popolo verso le loro città, verso la modernità, il confort... e questo avrebbe portato alla perdita della forza della vostra tribù, della vostra identità, dei valori e della cultura che anima ogni vostro gesto, ogni vostra parola.Questo serpente fumante rappresentava la fine del mondo che avevi sempre conosciuto, la fine di un era... e il fatto di esserne consapevole fece colare silenziose lacrime sulle tue guance.
L'invasione era iniziata, il nemico era ormai fin troppo ben ancorato al tuo interno per poterlo sloggiare così facilmente. Sapevi che qualsiasi battaglia sarebbe stata vana... che avevate pochissime possibilità di vittoria. Ma sapevi anche, che non avevi altra scelta che combattere : per il tuo onore e quello della tua gente, per essere di esempio alle generazioni future con la speranza che semi lanciati con la tua battaglia, possano col tempo trovare un terreno fertile e prosperare.Il tempo era dalla tua parte. Il popolo del creatore del lungo serpente fumante, correva dietro al tempo, sopraffatto da esso e tenuto in giogo. Sapevi che ne era schiavo. Tu e la tua gente invece non lo siete mai stati. Siete sempre rimasti liberi dalla morsa del tempo, e questa differenza sarebbe stata l'unica cosa in grado di portarvi alla vittoria. Il tempo !
Lottasti con tutte le tue forze, con tutta la tua anima. Senza tregua... sostenuto da tutti gli uomini della tua tribù, da tutti gli spiriti dei vostri antenati.I giovani ti ricordano come un uomo di grande coraggio, e oggi ricordano il tuo nome come quello di un valoroso guerriero che ha combattuto per il suo popolo tale un aquila si scaglierebbe contro chiunque osasse avvicinarsi alle sue uova nel nido. Aquila buona, Wambli-Wasté, sei stato un grande uomo e un grande esempio per il tuo popolo, non v'è dubbio per nessuno, nemmeno per i tuoi avversari.
Ed ecco che dopo generazioni, in cui gli uomini e le donne delle vostre terre sono stati sottomessi e reclusi alle menzioni più vili per dei guerrieri-cacciatori di bufali, con la mente annebbiata dall'alcool e i sensi intrappolato nel gioco d'azzardo, oggi i giovani sentono il richiamo che lanciasti alla tua morte, quell'urlo che riuscisti a far penetrare nel mondo degli spiriti in modo che ogni nuova creatura venuta al mondo ne fosse animato e lo sentisse come un eco dietro ogni parola pronunciata dal tuo popolo.Voci sempre più chiassose si stanno alzando, per finalmente spezzare le catene saldate da quel TRENO, quel serpente nero fumante.
Il tempo, avevi ragione, il tempo di avrebbe donato la vittoria, e spero di vivere abbastanza a lungo per poterti vedere trionfare !...La tua storia in qualche senso assomiglia alla mia: tutti e due abbiamo inavvertitamente lasciato la porta aperta all'invasore che si è preso possesso delle nostre terre, delle nostre vite. Mi farò guerriera, andrò a ricontattare l'eco ancestrale e arcaico che mi donerà la forza di combattere fino allo stremo, mi mostrerà la via e con il tempo e la pazienza di chi sa vivere con i ritmi della natura... mi porterà alla vittoria !
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