Chi sono

    Sono entrata nel mondo del lavoro come artista. Ho avuto la fortuna di incontrare le persone giuste al momento giusto. Ma ho anche avuto il coraggio di dire di "Si" alle nuove esperienze che mi venivano proposte. 

    Ma soprattutto sono cresciuta con uno sguardo curioso e interessato al mondo, alle persone e alle loro storie. Curiosità come sinonimo di conoscenza e arricchimento.     Mai come "voyeurismo". Questo interesse verso ciò che mi circonda è ancor oggi una caratteristica importante del mio carattere. Mi piace la diversità in quanto ricchezza insita ad ogni essere che popola questo pianeta.    

    Il mio lavoro artistico si appoggiava su diversi mezzi : dalla fotografia all'acqua forte, dalla scultura all'installazione.

Tutti i diritti riservati T.Barbieri
"Les enfants sont couchés, le dîner est dans le four" Foto T. Barbieri
    Per quanto riguarda la fotografia mi sono divertita con degli scarafaggi esotici che ho installato in una casetta delle bambole dai colori vivaci, facendo loro mimare attitudini umane : mentre guardavano la televisione gettati sul divano; nell'intimità della loro camera da letto; in una vasca da bagno piena di schiuma e bollicine... 
    Scene di vita quotidiana, niente di più banale, che interpellano lo spettatore grazie  all'ambiguità dell'immagine tra il grottesco e l'attraente; e grazie ai colori e alla patina edulcorante. 
    L'ironia e il sarcasmo sono molto presenti in questa serie di fotografie che hanno fatto il giro del mondo. Ma ritrovo, guardandole vent'anni anni dopo, anche il tentativo, seppur un po' goffo, di esprimere un certo malessere interiore, fatto di "non detti" che a 20 anni non ero ancora stata in grado di elaborare. 

Tutti i diritti riservati. foto T. Barbieri
"Francesca" Foto T. Barbieri
    Con la malattia di mia sorella Francesca, ho voluto catturare in una serie di scatti in bianco e nero, la vulnerabilità, la forza e tutta la bellezza di donne malate di cancro. Ho dato così nascita a delle icone che colpiscono lo spettatore portandolo ad interrogasi sull'impertinenza e la fragilità della vita. Su quanto si dia per scontato l'essere vivi e in buona salute. Di come accantoniamo il pensiero della morte rilegandola a un'età che sorpassa l'anzianità. 
    Nello sguardo e nei corpi di queste Donne non possiamo far altro che arrenderci all'evidenza : la morte cammina di fianco alla vita, e in qualsiasi momento possiamo scivolarci dentro. 
    Una serie di foto con un tema forte, impegnativo, che forse ancora oggi non sono in grado di percepire pienamente l'impatto che ha sul pubblico.

    Non ho mai smesso di cercare, ma più di tutto, di trovare la bellezza attorno a me, andandola a scovare anche nei posti più improbabili. E quando proprio non la trovo, allora mi rifugio nel mio mondo interiore, dove posso creare qualsiasi cosa. 

    Come dicevo all'inizio sono stata fortunata. Se ho potuto intraprendere questa via è stato anche perché mi è stata concessa la possibilità. Possibilità di esplorare diversi mezzi senza mai dover sceglierne per forza uno prediletto. Possibilità inteso anche come tempo e mezzi. E per questo sento di dover ringraziare anche i professori e maestri che ho incontrato sul mio cammino, che hanno saputo trasmettermi molto più del contenuto della loro materia, pratica o teorica che sia stata.

    Tra i miei artisti preferiti da cui, in qualche modo, ho tratto inspirazione ci sono Diane Arbus, per la fotografia, Egon Schiele, per il disegno e Alberto Giacometti per la scultura.

"Bambino con bomba a mano giocattolo, Central Parck NY" Diane Arbus
    Di Diane Arbus, ammiro la forza dei suoi soggetti; l'esplorazione della diversità della natura dell'essere umano. Che sia per scelta personale o per nascita, le persone che fotografa si discostano dalla "normalità" data per scontata e ci dipingono una realtà schietta e avvolte cruda. Quella stessa realtà che tendiamo a non vedere o a non voler vedere perché fa emergere in noi, la nostra parte "freak".             Diane Arbus ha saputo abbandonare la paura per accogliere un profondo rispetto di chi le stava davanti. 
    Nei suoi scatti, è lo spettatore a ritrovarsi a disagio mentre il soggetto non viene mai sminuito, e questa è la grande forza del lavoro di Diane Arbus.
    La consapevolezza della Diversità.

Autoritratto Egon Schiele
    Quel che invece fa vibrare la mia anima nel lavoro di Egon Schiele, è l'intensità espressiva dei suoi ritratti, il suo tratto forte e sensuale. Ci offre la sua visione contorta e sinuosa, avvolte nemmeno completa del modello, eppure sembra di essere lì con lui, di sentire le emozioni che lo animano. 
    L'introspezione psicologica che attraversa tutta la sua vita è un aspetto che mi ha da sempre incuriosito e mi pacerebbe approfondire. 
    Egon Schiele ha utilizzato l'arte per comunicare il suo disagio interiore, ciò non lo rende vulnerabile, al contrario gli conferisce un'aurea capace di commuoverci portandoci ad entrare immediatamente in empatia, facendoci inchinare in una reverenza di profondo rispetto

    Mentre delle sculture iconiche di Alberto Giacometti, mi affascina la  la plasticità. Come riesce a modellare la materia in modo che sembri  ancora grezza e al contempo far risaltare emozioni e espressioni con una tale finezza.
    Sorprende sempre quanto le forme appaiano semplici e complesse allo stesso tempo. 
    I soggetti statici per la loro natura, ci parlano di movimento, della vita che inesorabilmente va avanti, scorre senza possibilità di arrestarla. Alberto Giacometti attraverso le sue opere sembra sussurrarci all'orecchio che niente dura per sempre, tutto è impermanente, ogni cosa è votata al decadimento. 
    Forse la bellezza della vita risiede proprio in questa consapevolezza colta e assaporata ad ogni istante.

    Ma torniamo a noi... o meglio a "chi sono io" titolo di questa pagina.
 
    Beh, vi ho accennato del mio debutto come artista, ma avrete sicuramente notato che il mio discorso era rivolto al passato. 

    In fatti, quando sono diventata mamma, i miei interessi specifici hanno cambiato rotta
    Immaginatevi una ragazza incinta fino al collo piena di idee preconcette sull'essere e fare il genitore... e quella stessa ragazza qualche giorno dopo, con il suo neonato appoggiato sul ventre che si accorge che tutte quelle idee ricevute sono crollate. Non resta più nulla a cui aggrapparsi.
    L'istinto materno mi ha portato su tutt'altre strade (e per fortuna !!) che ho esplorato proprio partendo da un bisogno di concretezza, di rassicurazioni (che non stavo sbagliando tutto !!) e in un ottica di continuo miglioramento (si perché il mio istinto materno non mi diceva mica tutto eh !).

Janus Korczak
    Mi sono così interessata alla pedagogia Montessori, a quella Steineriana, agli scritti di Janus Korczak e tanti altri. 
    Ho avuto la possibilità di formarmi al metodo Montessori e al "gioco del dipingere" di Arno Stern
    
    Ho cresciuto i miei figli applicando i concetti chiave di queste pedagogie volte a crescere degli individui indipendenti, consapevoli e rispettosi
    Vivendo in Francia avevamo la possibilità per legge di non scolarizzarli, ma di far vivere loro l'esperienza dell'Homeschooling.     Opportunità che abbiamo colto con entusiasmo e grande gioia. Dando loro così la libertà di esplorare il mondo secondo i loro propri ritmi e centri di interesse. Un percorso arricchente non solo per i bambini, ma anche per gli adulti che li accompagnano.
Qui potete dare un'occhiata a quel che facevamo delle nostre giornate : "La Cabane des 4"

    Nel frattempo mi sono inventata un lavoro che mi permetteva di stare con i miei figli : gestivo una e-boutique, in cui vendevo giochi in legno e materiale Montessori Gonzagarredi

    
Inoltre, poco dopo aver terminato la formazione Arno Stern, ho creato e gestito un atelier del "Gioco del dipingere" a Nizza : l'Espace Abrité 
    Qui bambini dai 2 ai 99 anni si ritrovavano per dipingere e esplorare la loro creatività senza limiti o soggetti imposti, senza il peso del giudizio o la ricerca di un apprezzamento. Semplicemente liberi di esprimersi e di giocare. 

    Finché non abbiamo deciso di trasferirci in Svizzera, mio paese natale. Un ritorno alla sorgente, alla ricerca di una vita più tranquilla della frenetica Costa Azzurra
    Dopo i primi anni in cui mi sono presa cura della nostra ultima nata, mi sono dedicata a corsi di doposcuola tra attività creative, riciclando, cucinando e un iniziazione al Francese.
    Intanto i miei figli sono serenamente andati a scuola, e io ho iniziato ad esplorare nuove vie di riconversione. 
    Mi sono formata per essere insegnate di Yoga sia per bambini che per adulti
    Ho studiato la medicina Ayurvedica e le varie tecniche di massaggi.

    Dal punto di vista lavorativo, intanto ho colto la proposta di un'amica di fare la supplente nelle scuole speciali e dato che mancavano di personale, e il mio lavoro era stato apprezzato, mi hanno chiesto di fare l'insegnante di una classe per un anno.  

    Un lavoro che mi piaceva e in cui mi sono investita pienamente. Purtroppo la malattia mi ha raggiunta e mi ha obbligata ad abbandonare tutto : lavoro, studi, hobby... Una vita piena vissuta a 100 all'ora, che crolla come un castello di carte dal giorno all'indomani. Con una semplice volata di vento.

    
    Ma questa... è un'altra storia che vi racconto in "Io e Lyme".

    Come in ogni cosa, ogni evento ha il suo rovescio della medaglia. E anche nella malattia, qualcosa di positivo c'è stato. Oltre a tutte le considerazioni sulla consapevolezza di me stessa e del valore della vita...     La malattia mi ha permesso, anzi... mi ha donato il tempo di rimettermi a creare. 
    Così per caso, quasi per disperazione... ho occupato il mio tempo con un blocco di argilla. Sono nate così tre piccole statuine per iniziare : Inga la Rossa, Shikoba e Kimi
    Tre piccoli personaggi, così diversi tra loro, sui quali sentivo di avere di più da dire che quel che ero riuscita ad esprimere plasticamente.
    Da qui è nata l'idea di questo Blog. Un posto in cui dare spazio alle loro storie, alla scrittura creativa e anche terapeutica, tanto quanto lo è la creazione di queste statuine. 
    Un Blog Terapeutico dunque !

   
    Lo Pseudonimo che mi sono scelta per questo Blog è Nandini, che in sanscrito significa "Colei che dona gioia". Con questo volevo sottolineare l'unica intenzione di questo spazio virtuale : donare gioia... e forse anche un po' di speranza a chi vive e convive con la malattia di Lyme.

    Per quanto riguarda il nome 4 passi insieme l'ho scelto pensando a una passeggiata, magari in un bosco, durante la quale ci si incontra per la prima volta o ci si ritrova per le solite quattro chiacchiere condividendo un pezzo del sentiero, 4 passi insieme. Una passeggiata di piacere senza impegni e senza obblighi. Un pezzo di vita condiviso e magari la voglia di ritrovarsi che sboccia nel cuore.

    Ormai è da più di un anno che scrivo e invento le mie storie, vi racconto le mie impressioni su libri letti e musiche ascoltate, vi spiego passo passo le mie ricette naturali. Non so dove questo mi porterà, non so per quanto tempo durerà, ma posso dire che fino ad ora questo Blog è stato animato da un forte entusiasmo e i vostri commenti, i vostri incoraggiamenti mi hanno aiutata molto ad affrontare la malattia quotidianamente.

    Grazie !

4 commenti:

  1. Grazie Nandini. Come è bella questa passeggiata nel tuo mondo che scopro essere anche mio

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    1. 💖 grazie a te per leggermi. Puoi anche scrivermi in privato per raccontarmi di te ! 🌸🙏🏼✨ Namasté ✨

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  2. Ho appena aperto il tuo blog e sono invasa da una sana energia! Leggo i tuoi post e sono pervasa da brividi, alcuni mi ritrovo davanti a uno specchio, altri ricchi di insegnamenti, altri mi risvegliano curiosità e voglia di praticare....
    Grata di averti conosciuta! 🙏

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    1. Felice anch’io di questo incontro fortunato ! Lasciamoci sorprendere ! Ho appena finito di invasare le piantine ! Ancora un grande grazie 💖🥰

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