Tale un archetipo di ogni mia creazione, sei nato in un pomeriggio di pioggia. Ti ho dipinto in un'altra giornata uggiosa. Ed eccomi qui oggi a scrivere la tua storia, in una giornata in cui il freddo e l'umidità non danno tregua alle mie ossa malandate.
Ancora non piove e già soffro per l'acqua che verrà. Strana condizione per una persona che da poco ha varcato la soglia dei 40. Eppur, piano piano, sento che l'accettazione, da non confondere con la rassegnazione, si sta facendo posto e lieve come neve, si appoggia sul mio cuore.
Forse sei l'incarnazione della sofferenza, della frustrazione e della voglia di riprendere la mia vita in mano.O forse, semplicemente, sei Sarastro.
Con le tue piume, il tuo aspetto da chimera, tra il fauno e l'arpia, quasi mi spaventi.
In effetti, non v'è segno di bontà nella smorfia che contorce il tuo volto. Soltanto se ti guardo profondamente e a lungo negli occhi, posso notare i veri sentimenti che la tua anima non vuole rivelare, racchiusa dentro una carapace che allontana chiunque osi avvicinartisi.
Quel che leggo nei tuoi occhi mi intenerisce, e mi induce ad avvicinarmi a te con delicatezza, rispetto e tenerezza. Non sei così malvagio che vuoi lasciare intendere. Sei solo un essere ferito che tenta di proteggersi.Più ti osservo, e più vedo le tue piume illuminarsi, la tua cresta scintillare, i tuoi colori avvolgermi in una nuvola di serenità. E scopro che sei anche dotato di grande empatia. Il tuo dolore è quello di tutti, tale una spugna ti sei riempito senza sapere come poter strizzare tutta quella tristezza, tutta quella sofferenza inutile.
Chissà che chiunque ti adotterà non scopra la stessa magia che vedo io.
Sarastro, tu fai parte di ognuno di noi. Sei quella parte nascosta che soffre in silenzio e crea uno scudo per proteggersi, un bastione di limitazioni e di paure, pur di non vivere o riprovare le sensazioni che ti hanno fatto barcollare sul filo teso della tua quotidianità, fatta di giorni tutti uguali, di imprevisti calcolati, di scelte programmate.
La paura del cambiamento, dell'impermanenza di ogni cosa, di tutto quel che non possiamo controllare, eccola qui materializzata in te Sarastro !
Ognuno di noi ti contiene.
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Ma non per questo sei malvagio, tu vuoi solo vivere in pace, senza problemi, e far vivere il tuo oste lontano dai pericoli. Non sei cattivo, sei solo un essere impaurito, terrorizzato, a cui non piace il rischio, il sapore dello sconosciuto, il cambiamento.
Come faccio a non Amarti ?!
Mio caro piccolo Sarastro !
Io ti vedo, ti riconosco, e ti accolgo.
Ti prometto che non ti farò del male.
Ma voglio tornare a vivere libera.
Non voglio più lasciarmi incatenare dalla paura.
Un passo alla volta ti insegnerò a guardare il mondo con occhi nuovi e ad accettare quel che non puoi cambiare.
Ti terrò per mano mentre farai ogni passo nel vuoto, togliendoti ogni timore di cadere, facendoti fare l'esperienza che tutti noi siamo sorretti da una mano invisibile, una mano piena d'Amore che non chiede altro per esistere che la nostra piena fiducia.
Certi chiamano quella mano Dio, Alla, Energia cosmica, Universo, Spirito Universale... altri non pronunciano il suo nome per paura di destarne l'ira... poco ci importa come vogliamo materializzarlo.
L'importante è la fiducia che ripongo in me.
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