- "Hmm, ci sono diverse leggende che narrano delle Sirene, ma pochi sanno da dove provengono.
Io ti posso raccontare la storia di una di loro, e di come è diventata una Sirena, coinvolgendo in questa trasformazione, tante donne dietro se.
Il suo nome era Matilde Kira. E la sua storia è al tempo stesso struggente e travolgente. Ma ha qualcosa da insegnare a chi sa ascoltare... sei pronta ad ascoltare ?"
- "Si, si, ti prego, racconta !"
- "Aggiungi questo tizzone, così saremo in buona compagnia mentre ti racconto la sua storia... e sii gentile, versami una tazza di tè.
Devi sapere, tesoro mio, che Matilde Kira, non è nata Sirena. Era una creatura con due belle gambe, proprio come te e me... Divenne una Sirena solo molto più tardi.Divenne Sirena per proteggersi, per guarire e sopravvivere nell'immensità di un oceano crudele...
Quando era ancora solo una fanciulla, suo padre abusò di lei. Seppe così bene raggirarla, forse grazie anche alla giovane età in cui tutto ebbe inizio, che per tanto tempo, lei pensò che era una cosa normale, che tutti i "papà" facevano con le loro figlie, che non c'era nulla di male nel volersi bene in quel modo.
Aveva percepito che era una di quelle cose di cui non si doveva parlare, come di tutto quel che concerne quella zona lì, del resto... quasi non la si può nominare senza arrossire, figuriamoci parlare di quel che produce o dell'uso che se ne può fare !?
Tanto che quando il maestro di pianoforte le chiese di giocare a fare gli innamorati, lei non ci trovò nulla di strano e accettò anche se quel gioco non le piaceva e la metteva a disagio.Il giorno che scoprì che quello che suo padre le faceva portava il nome di incesto, sentì di aver subito una doppia violenza : fisicamente ma anche moralmente. Era stata ingannata, e la colpa ricadeva sulla sua ingenuità.
Quel giorno, nessuno si preoccupò di sapere come stava dentro. Nessuno le disse che non era stata colpa sua... anzi, gli sguardi ricaddero su di lei indagatori e reprobatori, alla ricerca delle sue attitudini ammaliatrici. Cercavano indizi della sua colpa e li deducevano da ogni suo gesto grazioso, frivolo o vezzeggiativo. Si sentiva in colpa senza sapere dove aveva sbagliato, senza sapere quando aveva peccato, senza sapere quale parte del suo corpo fosse colpevole. Dentro di se crebbe così un forte sentimento di inadeguatezza.
Era stata complice suo malgrado e per questo si vergognò di se stessa, del suo corpo e di quel che era accaduto.Di tutto il garbuglio di sentimenti che aveva dentro non riuscì a parlarne con nessuno, e trattenne quella sofferenza segreta, sigillata in mezzo al petto, come un granello di sabbia che si ricopre a strati, diventando una perla sempre più invadente.
Ma non era finita qui, in realtà quel primo trauma non fece altro che spalancare la porta ad altre violenze e soprusi. Era come se attirasse a se gli abusi. Per noi è ovvio che non era colpa sua, ma per lei no... ed iniziò a credere che fosse in qualche modo lei l'artefice di tutto quanto.
Era appena entrata nell'adolescenza quando, un amico di famiglia, venuto a soggiornare qualche giorno a casa loro, approfittò del manto della notte per intrufolarsi nel suo letto, mentre ella dormiva profondamente. Fu svegliata dal suo peso e dall'alito pesante. Ma ancora prima che ebbe il tempo di esprimere il suo terrore, lui le mise una mano sulla bocca e la fece tacere, dicendole che era colpa sua, dopo tutto lo aveva stregato con i suoi occhi belli.Rimase pietrificata senza potersi difendere, vergognosa di se stessa.
E mentre taceva un'altro segreto dentro di se, quella granello di sabbia in mezzo al suo petto crebbe sempre di più, diventando una perla.
Quando entrò nell'età adulta ci fu un ennesimo uomo che abusò di lei, approfittando dell'autorità che gli conferiva il camice bianco di professionista. Per Matilde Kira, era l'ennesima conferma che qualcosa in lei attirava questo genere di situazioni. Abituata a passare oltre a questo genere di evento, non si soffermò a elaborare quanto successo, e tanto meno a parlarne con qualcuno. Come se un velo di normalità mascherasse il senso di profonda ingiustizia e il dolore.Le ferite degli abusi subiti bruciavano dall'interno. E la perla in mezzo al suo petto, ormai era grossa tanto quanto una noce. Piena colma di vergogna, dolore, solitudine e senso di colpa.
Aveva paura del giudizio degli altri, persino dello sguardo. Tanto che smise di guardare le persone negli occhi, e iniziò a isolarsi attanagliata dalla paura di innescare una reazione violenta nell'altro.Per fortuna aveva trovato un suo rifugio, dove appartarsi per riprendere fiato quando il peso che si portava dentro diventava troppo importante. Una spiaggia isolata, in cui potersi svestire senza la paura dello sguardo dell'altro. Una spiaggia segreta, suo riparo dal resto del mondo.
Le piaceva nuotare fino al largo, dove l'aspettava uno scoglio su cui poteva riposare al sole.
Quello scoglio era l'unico posto in cui si sentiva sicura. Lì in mezzo al mare. Nessuno poteva vederla. Nessuno poteva udirla.
È lì, in quel posto desolato, sola davanti l'immensità che iniziò a sbucciare la dolorosa perla incastonata nel suo petto. Parlando alle onde, piangendo con il mareggio, esprimendo alle profondità inesplorate del mare tutto quello che si teneva dentro da sempre.
Sputare tutto quel veleno ridusse la perla che le bloccava il petto, a un granello di sabbia luccicante come un faro in mezzo alla nebbia.
Intanto Matilde Kira continuò a gridare il suo dolore, sentendo diffondersi in lei una sensazione di sollievo e leggerezza, sentiva la sua anima liberarsi dalla vergogna, dalla paura e dal dolore. Stava rinascendo a nuova vita.Senza che se ne accorgesse, le sue gambe si unirono e diedero forma a un'elegante coda di pesce con scaglie scintillanti dei mille colori dell'oceano.
Era diventata Sirena.
D'ora in poi, non ci sarebbe stato più nessun uomo che poteva possederla contro la sua volontà.
Gettando l'ancora del suo dolore in mezzo a quel mare calmo e accogliente si era liberata del suo passato ed era rinata dalle sue ceneri più bella e più forte che mai.Il suo lamento divenne presto un canto che si innalzo alto nel cielo. Fu udito da tante donne, che come lei, erano state vittime della ferocia dell'uomo.
Seguendo quella melodia, arrivarono alla spiaggia, videro lo scoglio e incontrarono Matilde Kira e si unirono a lei diventando un'onda che fu in grado di spezzare le catene dell'omertà che trattenevano le donne schiave dell'uomo.
Ciascuna parlò del proprio vissuto, sputò il proprio dolore, condividendo tutto ciò che avevano subito scoprirono quanto i loro destini fossero simili e tanto diffusi quasi da renderli comuni.
Insieme capirono che erano state delle vittime e pertanto che non avevano colpe.
Matilde Kira non fu mai più sola. Non ebbe più nulla di cui vergognarsi.
Matilde Kira era diventata l'eroina e la scintilla che attizzo il fuoco della rivolta e questa è la sua storia e quella di tante altre donne che scelsero di diventare Sirene, trovando così la forza di non essere più vittime."
- "È ancora viva Matilde Kira ?"
- "Si cara, è viva nel cuore di ogni donna che ha subito molestie e violenze da parte di un uomo. Matilde Kira sopravvivrà in eterno."
- "Nonna anche tu sei una Sirena ?"
- "Si tesoro, anch'io sono una Sirena...".
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