Gemma non è diversa dalle altre donne. Gemma, come tante altre donne nel mondo, ha vissuto cose terribili. Orribili. Atrocità.
Violenze subite in silenzio, dietro la tenda della vergogna. Abusi che paralizzano, che non lasciano scampo. Non si reagisce, non si può. Tetanizzate, il corpo non si difende, la mente è vuota. Non esistono pensieri nello stato di choc. Incredule si rimane spettatrici, aspettando e sperando, che finisca presto.
Quello che rimane, dopo, è invisibile all'occhio. L'onta di non essersi difese, non lascia tracce, se non quelle emotive.
L'avversione per il proprio corpo, che in molte possono percepire come insudiciato, può prendere innumerevoli forme : c'è chi lo affamerà, chi lo mutilerà, chi invece lo renderà insaziabile, chi lo porterà allo sfinimento senza concedergli nessun riposo, chi lo userà come merce di scambio...Diventando poco a poco, sempre più insensibili alle sensazioni e ai segnali di disagio che manda.
Il corpo si fa dolorante, eppur sempre ignorato. Sacrificato sull'altare del "bel aspetto", di chi mostra sempre e comunque un sorriso alle sembianze di sincerità.
Guardarsi allo specchio si fa penoso. Non ci si piace, non ci si accetta, non ci si vuole bene !
Gemma è passata attraverso l'anoressia, la bulimia. Ha provato in ogni modo a ripulire il suo corpo dalle violenze subite : con il fuoco o con la punta del compasso.
Ha imparato a disprezzarsi e ad umiliarsi.
Ha smesso di sentire il dolore e la stanchezza, sfruttando le sue membra come fossero parti di una macchina. Si voleva punire. Punire.
Il bisogno di doversi punire non proviene dal senso di colpa, quello per non aver saputo reagire. Ma da un'altra emozione che ci fa credere di aver commesso un peccato.
Una sensazione insidioso, subdola. La paura, la colpa, il peccato di aver attratto, adescato, provocato.Un'impressione fluttuante in un mare di nebbia, non percettibile, non tangibile eppur così travolgente.
Il senso d'ingiustizia per quel che hanno fatto quei Porci è totale... eppure, c'è qualcosa di sottile, di meschino dentro quel malessere scaturito dalla percezione di quel pensiero, di quel "non detto", che s'intravede chiaro e limpido nello sguardo indagatore di chi dice di non giudicare, di chi non dovrebbe mettere in dubbio, di chi ha il compito di accogliere e invece punisce senza far sapere che dentro bolle di gelosia !
- "Gelosia... perché ?! Per che cosa ?! Per un male che ho subito ? per un colpa che non Ho ?! Perché... Dimmelo ?!"- "Perché lui ha scelto te..."
Tra donne ci si dovrebbe sostenere... eppure accade che l'invidia accechi il cuore e renda completamente sterile il campo dell'empatia. Riducendo all'insensibilità chi ha il compito di guarire.
È un rodeo di emozioni, un ciclone di sensazioni che batte forte nel petto, nel ventre, rammollisce le gambe, fa tremare le cosce, sale e fa girar la testa.
Le relazioni si confondono, si mischiano. I ruoli non sono più chiari e definiti. Difficile fare quel che è giusto, quando si riesce a mala pena fare quel che si può.
Un singolo passo, certi giorni, costa tanta fatica. Fatica generata dal dolore che una persona che ha vissuto una simile tragedia sulla propria pelle, si porta dentro senza che nessuno sappia o mai si accorga della battaglia che sta vivendo con se stessa, e avvolte contro se stessa.
Ogni singolo passo è un impresa. Che sia per andare avanti, o per indietreggiare. Ogni singolo passo è un impresa.
Gemma ha superato l'odio per chi le ha fatto tutto questo male, per chi non l'ha protetta, per chi non l'ha ascoltata e chi non l'ha creduta. Ogni giorno è un passo avanti, una conquista, verso l'Amore di se.
Imparare ad amarsi, quando si è stati malamati è un'impresa eroica. È un viaggio alla scoperta di se. In profondità, là dove è racchiusa la luce della propria anima. Per riportarla in superficie, per liberarsi dalle maschere che hanno mantenuto a galla il proprio essere... è l'unica via per rinascere a se.
Gemma porta sul suo corpo le tracce di quel che ha vissuto. Non le nasconde più. Ha smesso di lottare con i sensi di colpa. Si è liberata dal peso del giudizio. Non è colpa sua. Non è stata colpa sua.
Non è mai colpa di chi subisce la violenza. Qualsiasi sia stato il suo atteggiamento verso l'altro. Anche se portava la gonna ed era in giro da sola, di sera. Anche se non è stata in grado di reagire. Anche se non ha urlato. Non è colpa sua ! Mai !
Non c'è più infamia, non c'è più disonore. Resta solo lei, Gemma, candida e pura, pronta a fiorire e a lasciar emergere la sua luce.Ripulita da tutto il male che ha subito. Libera di essere se stessa, di camminare testa alta. Non avrà più paura dello sguardo degli altri. Non avrà più paura di vivere.
Il suo corpo è bello, è onorevole e prezioso. Gemma ha imparato ad essere grata del veicolo della sua anima. Ha compreso l'importanza di averne cura. Si sente degna di vivere e di avere un posto in questo mondo. È pronta a mostrare le sue doti e le sue capacità.
Gemma è sbocciata.
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