La tenda rossa - Anita Diamant

    La tenda rossa è uno dei tanti spunti di lettura, che Maura Gancitano e Andrea Colamedici ci propongono nel loro saggio Liberati della brava bambina

    E come dire... Quattrocento pagine divorate ! Lette praticamente tutte d'un fiato ! Un romanzo in grado di parlare al cuore delle donne... e anche a quello degli uomini, perché no !

    La tenda rossa racconta la storia di Dina, unica figlia femmina di Giacobbe figlio di Isacco (si sì, quelli dell'antico testamento!), attraverso uno sguardo inedito: le vite, i pensieri, i sentimenti e le emozioni delle donne.

    Tanti sono i temi abbordati attraverso questo romanzo che si situa a cavallo tra la biografia e il racconto storico. Il sapere tramandato da madre a figlia, la nascita, la morte, e tutti i rituali che stanno nel mezzo e che donano alla vita la sua sacralità... per citarne alcuni.

    "Non potremo mai placare i tuoi timori sottoponendoti prove concrete, Zilpa. Gli dei tacciono sempre. Io so che le donne in travaglio trovano forza e conforto nel pronunciare i nomi delle divinità. Le ho viste lottare oltre ogni speranza nel sentire la melodia di un incantesimo. Ho visto vite risparmiate all'ultimo momento, senza una qualsiasi ragione che non fosse la speranza."

    Con una narrazione che accelera per poi rallentare, andando in profondità laddove è necessario, quasi anticipando un desiderio del lettore, il racconto si snoda con un ritmo piacevole, mai noioso o superficiale. Come se stessimo ascoltando il racconto di una cara amica... una di quelle che volentieri chiamiamo sorella, anche se nessun legame di sangue ci unisce. 

    Ma La tenda rossa fa di più, ci permette di rispecchiarci nelle molteplici sfaccettature della natura umana dei personaggi narrati. Senza mai sentirci in difetto, anche quando sono i lati oscuri della persona a emergere. Perché nessuno di noi è totalmente buono o totalmente cattivo. 

    Ognuna delle donna descritte, racchiude un universo di emozioni e desideri, una sua propria sensibilità che evolve, cambia, si trasforma e matura. E noi lì a seguirla in tutti questi suoi mutamenti. Riscoprendo così parti di noi stesse a cui forse non abbiamo dato il tempo di sbocciare o semplicemente di accoglierle. Uno di quei romanzi che leggerli, ci fa bene.

    Dina, la protagonista che ci narra la storia della sua vita e della sua famiglia prima che lei nascesse, ci fa entrare nella narrazione come se fossimo i depositari di un segreto da tramandare alle generazioni future. Diventiamo da subito responsabili a nostra volta di narrare il suo racconto. Riattivando così la fiamma della tradizione orale. Dina ci fa entrare nella sua tenda rossa, colma di calorosa accoglienza per svelarci la mappa del sentiero da percorrere per andare alla scoperta del nostro vero Se

    "Sono nata con il plenilunio di una primavera di cui si ricorda ancora il gran numero di agnelli. Zilpa era alla sinistra di mia madre, mentre Bila la sorreggeva da destra. Inna era presente per partecipare ai festeggiamenti e raccogliere la placenta nel vaso antico che usava a quello scopo, ma Lia aveva pregato proprio Rachele di farle da levatrice e di accogliermi nel mondo."

    La tenda rossa infatti, è un luogo sicuro, protetto dallo sguardo e l'orecchio dell'uomo, in cui le donne del clan si ritrovavano ad ogni nuova luna, durante i tre giorni del ciclo mestruale (che arrivava a tutte nello stesso momento). Lì possono riposare, liberate dai loro doveri domestici. La tenda rossa è anche il luogo delle confidenze e della trasmissione del sapere e delle tradizioni. Il luogo intimo dove ritrovarsi e consolidare quella complicità che oggi si sente chiamare sorellanza

    L'importanza della narrazione orale delle storie famigliari, come balsamo in grado di guarire noi stesse e le generazioni future dissolvendo la morsa del destino che tende a ripetersi, del figlio che paga per le colpe del padre e dal rancore. Conoscere la propria storia ci permette di compiere il primo passo verso il perdono, verso la libertà e conoscere il sollievo dell'accettazione.

    "Da quando ero arrivata in Egitto avevo sempre vissuto in quella casa e, ripensando a quei giorni nell'aria notturna, non ritrovavo che ricordi positivi: l'odore di mio figlio appena nato e il viso di Nakht-re, i cetrioli, il pesce in salsa di miele, le risa di Meryt e le madri alle quali mettevo in grembo neonati sani. E tutti gli aspetti dolorosi - la storia di Werenro, la morte di Re-nefer, anche la mia solitudine -, sembravano come i nodi di una bella collana, necessari per tenere a posto i grani. Mentre dicevo addio a quei giorni, avevo gli occhi pieni di lacrime, ma non provavo rimpianti."

    La tenda rossa è un romanzo d'eccezione, che racchiude il sapere di un'antica cultura saggia, a cui la nostra società odierna ha gran bisogno di riconnettersi. Ed è forse per questo motivo che La tenda rossa ha ispirato milioni di donne attraverso il mondo, che si sono riunite in incontri chiamati Tende Rosse, per sostenersi e riconnettersi con il proprio corpo e la propria femminilità, per guarire le loro ferite, per ritrovare la connessione con la madre Terra e la divinità che alberga in ognuna di noi.

    Sperando essere riuscita nell'intento di invogliarvi a leggere il romanzo di Anita Diamant, chiuderò questo articolo con la benedizione che conclude il racconto, potente e capace di oltrepassare il limite del tempo e della carta stampata. 

Leggendola si possono quasi percepire le mani di Dina sulla nostra testa a mo' di benedizione e il loro calore riempire il nostro cuore di beatitudine.

    "Se vi sedete in riva a un fiume, vedete soltanto una piccola parte della sua superficie. Eppure l'acqua sotto i vostri occhi è la prova dell'esistenza di abissi inconoscibili. Il mio cuore trabocca di gratitudine per la gentilezza che avete mostrato sedendovi in riva a questo fiume, esplorando l'eco del mio nome.  

Benedetti siano i vostri occhi e i vostri figli. Benedetto il suolo sul quale vi posate. Dovunque andiate, sarò con voi.

    Selah."

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