La leggenda vuole, che questa canzone di Mannarino, sia inspirata a uno dei più bei racconti di Oscar Wilde : L'usignolo e La Rosa.
In questa storia sull'Amore, uno Studente di Filosofia si innamora della figlia del Professore, che gli dice che per conquistarla gli dovrà portare una rosa rossa.
Ma ahimè, nel suo giardino ci sono rose di tutti i colori... ma rosse no. Il ragazzo è disperato e si lascia prendere dallo sconforto.
Intuendo la situazione e mosso da compassione, un Usignolo decide di andare alla ricerca di una rosa rossa e si mette ad interrogare tutti i Rosai. L'ultimo di questi gli dice che un modo c'è per rendere rosse le sue rose :
"Spiegamelo" disse l'Usignolo, "io non ho paura.""Se vuoi una rosa rossa" disse il Roseto, "devi costruirla con la musica al chiaro di luna e colorarla con il sangue del tuo cuore. Devi cantare per me tutta la notte, la spina deve trafiggere il tuo cuore e il tuo sangue vitale deve scorrere nelle mie vene e diventare mio.""La Morte è un prezzo alto da pagare per una rosa rossa" si angosciava l'Usignolo, "e la Vita è molto cara a tutti. (...)Eppure l'Amore vale più della Vita e che cos'è il cuore di un uccello in confronto al cuore di un uomo ?"
Ed è così che l'Usignolo, per Amore, decide di seguire ciò che il Rosario gli ha detto e che il giovane studente il giorno dopo trova La Rosa Rossa tanto agognata, nata dal sacrificio dell'Usignolo.
Ma quando finalmente il giovane porta La Rosa Rossa alla giovane amata dal suo cuore, ella la rifiuta dicendo che il nipote del Ciambellano le ha fatto dono gioielli veri... che sono senza dubbio più preziosi di un fiore.
Dopo una tale delusione, lo studente perde fiducia e smette di credere nell'Amore, gettandosi, anima e corpo nello studio di materie concrete e scientifiche, come la metafisica.
"Che balordaggine è l'Amore" disse lo studente andandosene."Non è utile neppure la metà della Logica, perché non esprime nulla, promette sempre cose che non si concretizzano e fa credere in cose che non sono vere. In effetti, non è per niente pratico, e siccome nel tempo in cui viviamo la praticità è tutto, tornerò alla Filosofia e studierò la Metafisica."Così si chiuse dentro nelal sua stanza, prese dallo scaffale un vecchio libro polveroso, e si mise a leggere.
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Oscar Wilde |
La morale di questo racconto è facilmente applicabile alla nostra società odierna, in cui si tende a credere solo a ciò che è scientificamente misurabile, accertabile, quantificabile, osservabile e ripetibile a volontà. Come se tutto ciò che non può essere spiegato dalla scienza non esistesse o fosse falso.
Certamente la scienza è stata utile all'essere umano in diversi campi... e lo rimarrà fin tanto che la scienza resti al servizio dell'Uomo, ma dobbiamo stare attenti che le polarità non si invertano, e che l'Uomo non diventi un automa al servizio della scienza.
Il vero pericolo nel quale mi sembra stiamo andando oggi, dritti dritti e con entusiasmo ignorante, contro un muro che rischia di farci veramente male, è che un eccessiva pretesa di scinetificità in ogni cosa, ci porti a ridurre le varie sfaccettature dell'esistenza a delle equazioni, schemi, probabilità, a delle previsioni scientificamente elaborate da computer intelligenti... senza renderci conto che la scienza stessa ha dei limiti propri, e che (per fortuna!) tutto non può spiegare !
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Disegno di Noemi Oliva |
La voce femminile è quella di Claudia Angelini, mentre Mannarino fa da menestrello.
Il merlo rosso di questo brano, è un tipo solitario che canta per sé... per nessuno in particolare. Finché un giorno si accorge del pianto di una ragazza (come nel racconto di Oscar Wilde...), molto triste, tanto da descrivere le sue lacrime nere come il motore di un auto.
Non si capisce se la ragazza è triste per Amore, se perché è malata, se sta per morire... ma una strofa :
"C'era una rosa che sta per morire,e un merlorosso, vedendola, che fa ?"
Potrebbe lasciarci intendere che è appesa in uno stato tra la vita e la morte, anche riconducibile a uno stato di profonda tristezza, attaccata a una condizione che non c'è più, frena l'evolversi della situazione verso qualcosa di nuovo, che ovviamente non conosce e di cui non si rende nemmeno conto dell'esistenza.
Il merlo, come l'Usignolo nel racconto di Oscar Wilde, si sacrifica per ridonare colore alla rosa... o vita, o speranza alla ragazza.
Tutta la bellezza di questo testo, secondo me è racchiusa in questa strofa :
"Le lacrime dell'inferno servono a qualcosa :nutrono la terra, fan crescere una rosa."
Avvolte abbiamo bisogni di passare da un grande dolore per accorgerci delle bellezze che ci circondano, per riscoprire la gratitudine di essere in vita, per fare spazio a un'altra persona o alla creazione di qualcosa di nuovo, di meraviglioso e nello stesso tempo di delicato e impermanente, tale una Rosa...
Non posso non pensare all'esperienza della malattia che sto vivendo.
Nonostante tutto il dolore, tutta la sofferenza, la paura, la rabbia e l'incertezza... La malattia mi ha permesso di fare spazio nella mia vita, di riconnettermi all'essenziale e di rimettermi a creare... ecco la mia Rosa Rossa che dedico a me stessa in primis (e non prendetelo per egoismo, ma riconoscetelo come semplice Amor Proprio... di cui a lungo mi sono vergognata di rissentire... come se fosse una cosa brutta !), ma anche ai miei figli, a mio marito, a tutti colore che mi sono stati vicini e continuano ad esserlo... e senza dimenticare chi si è fatto da parte, a chi non si è più fatto sentire e a chi ha lasciato tutto com'era.
Il sacrificio è stato doloroso, e avvolte ne sento ancora lo strappo vivo nella carne e nell'anima...
Fare il lutto di quel che si era e si credeva di avere, è un processo che richiede tempo, e non posso dire di averlo completato del tutto... ma posso dire, che ne è valsa la pena !
In fondo continuiamo tutti a illuderci di poter trattenere una realtà così com'è, di mantenere una vita stabile nel tempo, che le posizioni acquisite, magari anche con il sudore della fronte e diverse concessioni, ci siano dovute di diritto... allontanandoci e dimenticando la natura mutevole di ogni cosa.
Oggi sono diversa da quel che ero ieri, e da quel che sarò domani. Complice sicuramente il tempo, ma possono essere anche un sogno, una frase sussurrata, la lettura di una pagina di un romanzo, la morale di un film... o le parole di una canzone capace di arrivarci dritte al cuore, anche se delle parole ancora non ne abbiamo decifrato il vero significato...
Ogni piccola cosa viene a mutare il nostro essere in profondità, che noi lo vogliamo o no...
Ho imparato a non porre più un freno al cambiamento che mi si muove dentro, quando mi avvicino alla bellezza capace di accarezzarmi l'anima.
"Guardatela : è tornata, ha gli occhi sopra il viso,La Rosa nelle mani le riportò il sorriso."
Una Rosa capace di riportare gioia. Un sacrificio (quello del Merlo... ma potrebbe essere anche di qualcosa che lasciamo andare per avanzare...) che permette a una Rosa di sbocciare, e alla vita di scorrere di nuovo nelle vene della ragazza, che ora è in grado di vedere e apprezzare tutto il bene che la circonda.
Purtroppo il Merlo, non potrà godere dei benefici del suo sacrificio, così come il vero dono di sé è totalmente distaccato dal bisogno di riconoscimento e il desiderio di raccoglierne i frutti. Il vero altruismo è solo per Amore, Amore del prossimo.
La Ragazza è consapevole del cammino effettuato, del fatto che la sua Rosa, la sua felicità, sia nata dal sacrificio del Merlo, della perdita di qualcosa, qualcuno o una condizione precedente. Gliene è riconoscente e avvolte si commuove avendo la sensazione di sentirlo ancora cantare accanto a se. Perché il ricordo di quel che è stato rimane.
Chi ha fatto qualcosa di importante per noi, anche un piccolo gesto che potrebbe sembrare insignificante, ma che ha contribuito a farci stare bene, meglio o a guarirci, rimane nella memoria, le emozioni e le sensazioni legate a quella persona saranno per sempre racchiuse nel nostro cuore. E attraverso il ricordo, anche se quelle persone non ci sono più, è un po' come se venisse riattivata la loro energia, e fossero di nuovo accanto a noi.
Ma ora basta intellettualizzare, vi lascio all'ascolto, che spero saprà arrivarvi dritto al cuore come è arrivato a me, e in qualche modo riportare accanto a voi le persone che vi hanno amate attraverso la magia del ricordo.
Merlo Rosso
Era un merlo rosso e cantava solo per se
Ma poi un giorno m'ha vista piangere
E le mie labbra avevano da bere
Solo lacrime turbo diesel nere
Le vie del centro sono un brulicare
C'è una ragazza che vanno a festeggiare
C'era una rosa che stava per morire
E un merlo rosso vedendola che fa?
Prende una spina, su di lei si china
E col suo sangue le toglie la rovina
La porta in dono a una ragazza pazza
Che aveva perso gli occhi in una nottataccia
Le lacrime dell'inferno servono a qualcosa
Nutrono la terra, fan crescere una rosa
Guardatela è tornata, ha gli occhi sopra il viso
La rosa nelle mani le riportò il sorriso
Le riportò il sorriso
Era un merlo rosso e cantava solo per se
Ma poi un giorno m'ha vista piangere
E le mie labbra avevano da bere
Solo lacrime turbo diesel nere
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