Il dolce domani - Banana Yoshimoto

Questo meraviglioso libro, così delicato e profondo, è uno dei regali preziosi che ho trovato sotto l'albero di Natale, fatto da un'amica-sorella cara al mio cuore che ringrazio tantissimo. Una persona altrettanto delicata che la poesia che si sprigiona dalle pagine di questo racconto, scritto in modo semplice e scorrevole. Eppure arriva dritto al cuore... e mi ha profondamente commossa.

Banana Yoshimoto scrive questo libro l'indomani del terremoto e dello Tsunami di Fokushima l'11 Marzo 2011, ed è il suo modo di portare soccorso ai sopravvissuti. Ce lo racconta alla fine, in una breve postfazione.

Malgrado le apparenze, Il dolce domani è un inno alla vita e alla speranza. 

"La morte non ci cresce dentro con il passare degli anni, è sempre a un passo da noi. Sono solo i ricordi legati alla morte ad aumentare. Facendoci capire quanto ci illudiamo quando pensiamo di essere al sicuro."

Chi sopravvive a una catastrofe, a un incidente o a una persona cara, si porterà dentro il peso di quanto è successo. Le ferite dell'anima non si rimarginano con gli stessi tempi di quelle del corpo, e possono rimanere aperte anche tutta la vita. 

Banana Yoshimoto non ci racconta una storia a lieto fine in cui accade un incidente e la protagonista sopravvissuta ne esce cresciuta e vittoriosa, con un lieto fine che ci mette l'anima in pace, come se dovesse esistere una giustizia divina... No, Banana Yoshimoto ha scelto di dipingerci la sofferenza, i dubbi, le incertezze, le fragilità di chi rimane e deve fare i conti con una nuova vita, con un nuovo universo in cui deve imparare a muoversi dopo che la sua vita di prima, comoda e pacifica, si sia sgretolata in un istante... anche se tutto cambia di continuo, non siamo mai pronti a farci travolgere la realtà di colpo !

Imparare ad accettare quanto successo e ricostruirsi una vita, non è facile e richiede tempo, pazienza e tanta energia. 

"Sono quelli che hanno ereditatola consuetudine dell'invidia dai propri genitori a provarne di fronte a certe immagini. La felicità, come i bambini, può solo trasmettere forza, qualunque sia la condizione in cui si trova. Nel periodo di maggior fragilità fui grata ai miei genitori per avermi resa immune ai condizionamenti dell'invidia.  Non so come avvenga, ma la bellezza dei nostri paesaggi interiori si trasmette, sotto forma di una grande forza, a che ci sta intorno."

La mente, tanto quanto il corpo ha bisogno di tempo per ricostruirsi, per piangere chi nonché più, per ritrovare gusto alla vita, per fare il lutto della vita di prima, per ridonare un senso alla propria esistenza, facendo i conti con una nuova versione di noi stessi e tutte le nuove ferite (non solo fisiche e palpabili) che bruciano ad ogni sguardo, carezza, parola...

Eppure rimane come filo conduttore, in tutto il libro : LA SPERANZA ! Potente emerge alla fine, regalandoci con immagini color pastello tra ricordi, nostalgie e sogni infranti ricuciti come meglio si può... la voglia di vivere, per onorare il miracolo di essere in vita, per noi stessi ma anche per le persone che non ci sono più e per quelle rimaste che condividono il nostro dolore.

"I nostri coprirono circondati da materia invisibile agli occhi, ma quando si apre un buco nel corpo se ne apre un altro anche in quella materia. E a volte è quello che impiega più tempo a chiudersi."

Un capolavoro che si legge in fretta (104 pagine compreso un piccolo glossario di parole Giapponesi), con la capacità di arrivare dritto al cuore in una scintilla d'Amore per noi stessi, per la vita e le persone che ci circondano. Esortandoci a dare valore ad ogni emozione, ad ogni istante che ci è dato di vivere e alla preziosità degli incontri.

Una di quelle letture che fanno bene all'anima, semplici e efficaci. Una medicina !

""Il fuoco si alza dal nulla, brucia e poi si spegne. Restano solo carbone e cenere. Un processo comune a tutte le cose. Dobbiamo restare aggrappati a ogni singolo istante. Senza lasciarci inghiottire dalla fretta di conoscere il futuro. Dobbiamo resistere, affinché ogni istante duri un po' di più," disse mio nonno."

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