Il potenziale DSA - Benny Fera

Tutto quello che ho scoperto sulla dislessia

Tra le pratiche Yogiche, che Patanjali ci descrive negli Yoga Sutra, per liberarci dalla sofferenza, c'è Svadhyaya, ovvero, lo studio del Sè attraverso l'autoanalisi, la meditazione e lo studio di testi

Quando si parla dello studio di testi, solitamente si intendono scritti come gli stessi Yoga Sutra, o la Bhagavad Gita... testi yogici quindi. 

Ma mi capita, e sicuramente non sono l'unica, che la conoscenza del "mio" , passi attraverso letture di testi che non hanno niente a che fare con lo Yoga, o con la Meditazione.

Ed è proprio quel che è successo con questo libro del Dr. Benny Fera, psicologo esperto in DSA (Disturbo Specifico dell'Apprendimento), in cui ci racconta tutto quello che ha scoperto sul funzionamento del cervello e emotivo di un DSA, basandosi sui suoi studi in psicologia e nelle neuroscienze, ma anche e soprattutto, attraverso la sua esperienza personale e il suo vissuto scolastico da bambino e ragazzo con DSA non diagnosticato. 

Infatti Benny (viene facile chiamarlo così, tanto il suo modo di scrivere e spiegarci concetti anche complicati è fluido, semplice e ...conviviale mi vien da dire, sembra di leggere la lettera di un amico di sempre... saranno le esperienze condivise ?!) ha scoperto di avere le stesse caratteristiche dei bambini con DSA durante i suoi studi in psicologia. Da lì ha voluto specializzarsi in quella branchia per poter aiutare i bambini e i genitori ad uscire dall'impasse di una diagnosi che fa credere che avere uno o diversi DSA, sia una malattia, una menomazione o un problema da risolvere.

Vita a stretto contatto con la natura
Ma prima di inoltrarmi nel libro, vi voglio spiegare perché l'ho letto e quali insegnamenti personali ne ho tratto.

Ho tre figli, di 14, 13 e 6 anni. Quando vivevamo in Francia abbiamo scelto di fare la scuola parentale ai due primi (Thomas e Marilou). 

Una scelta che, anche se può sembrare sia stata indotta dalla ricerca di facilità, non lo è per niente. Infatti scegliere di istruire i propri figli significa prima di tutto, prendersi tutta la responsabilità della loro istruzione sulle proprie spalle... e vi posso assicurare che ci sono giorni in cui viene il capogiro !

Museo oceanografico
Ma malgrado ciò sono stati anni bellissimi, carichi di entusiasmo, amicizie e arricchimento personale (e non parlo solo di quello dei bambini, anzi, ho imparato tantissimo in quel periodo !) che ricordo con molta emozione. 

Se dovessi tornare indietro lo rifarei altre 1000 volte ! 

Ci sono tanti modi di fare la scuola parentale : c'è chi decide di seguire il programma scolastico, chi di affidarsi a corsi per corrispondenza, altri genitori ingaggiano insegnanti che vengono a casa, o utilizzano in modo casalingo metodi di pedagogie attive come Montessori, Steiner, Reggio Emilia... Ci sono tante possibilità e generalmente ogni famiglia trova quel che più gli si addice. 

Laboratorio di caccia preistorica
Per quel che ci riguarda, abbiamo deciso di lasciare i nostri figli liberi di imparare al loro ritmo e seguendo le loro personali inclinazioni e interessi. 

Non eravamo per niente in linea con il programma scolastico... ed è forse questo che ogni tanto fa salire una vampata di ansia del tipo : "Oh Dio, cosa sto facendo ?! Ma sarà la cosa giusta? Mio figlio a 8 anni non legge ancora !"

...No è vero, non leggeva, ma lui e sua sorella avevano tempo per esplorare e approfondire i loro numerosi interessi con vivida passione : la preistoria, imparando a ritagliare delle punte di frecce nei ciotoli della spiaggia, ad accendere il fuoco o ad utilizzare un arco preistorico. 

All'atelier Espace Abrité
La storia della Seconda Guerra Mondiale, e le narrazioni dei Resistenti, ancora vivi, che abbiamo avuto la fortuna di incontrare. L'Odissea di Omero che li meravigliava con i racconti delle avventure strabilianti di Ulisse. La meccanica che fa muovere e funzionare gli oggetti del quotidiano. Laboratori di scienze per capire la meccanica del Mondo... anche quello invisibile agli occhi.

L'attenta osservazione della natura , dei sui ritmi e dei suoi abitanti, passando tanto tempo in suo stretto contatto. Visitavamo musei e mostre temporanee, potevamo andare a concerti, all'opera e a eventi musicali senza preoccuparci di dover andare a letto presto perché il giorno dopo ci sarebbe stata "scuola". 

Passeggiate tra amiche
Espandevano la loro creatività in laboratori di ceramica, o sui muri dell'atelier Espace Abrité (secondo il metodo Arno Stern), in più di quello che facevano a casa quotidianamente. Thomas frequentava una scuola di musica, dove ha scelto il suo strumento, che suona tutt'ora : il mandolino. La musica è sempre stata una sua passione, e l'orecchio assoluto è una sua dote che gli permette di ascoltare un brano, ed essere in grado di riprodurlo sul suo strumento, dopo pochi tentativi.

Andavamo ad incontrare mestieri come quello del giardiniere o della fiorista che li intratteneva con un laboratorio di composizione floreale. 

Razzo ad Acqua

Potevano sfogare la loro energia straboccante nelle diverse attività dette "extra scolastiche" come Scherma, Danza, Yoga, Equitazione e Capoeira. Potevamo godere di lunghe e soleggiate giornate al mare come sala di classe, quando ancora non c'era nessuno perché tutti rinchiusi al lavoro e a scuola. 

E per quelli che si preoccupano della "socializzazione" : avevamo un bel gruppo di amici "Non-Sco" di una trentina di bambini di tutte le età, imparando così che l'amicizia non sottostà a limiti di età.

Vivevano liberi, ma non privi di educazione e interessi personali.

Geometria divertente
Moto della seconda guerra Mondiale
Cucinando insieme
Scherma
Laboratorio di pittura parietale
Osservando il mondo

Imparando a ricamare

Compasso Mon Amour

Laboratorio di Ceramica all'aperto
Meraviglie al museo
Alla première del Flauto Magico
Colorando l'alfabeto

In prima fila per ascoltare violini Zigani

Yoga

Tra ulivi centenari

Museo Fernand Léger

Osservando un micro-habitat
Felici di vivere in libertà

Fagottini di lavanda per gli armadi
Un giorno, mentre stavo cucinando con Marilou, Thomas venne a chiedermi di leggergli un altro racconto dell'Odissea, di cui era scoppiata giorni prima, un intensa passione. 

Ma chiaramente non potevo dividermi in due. Ed ecco che al mio rifiuto e alla mia proposta di leggerglielo più tardi, si è contrapposta la sua impazienza nata dal bisogno pressante di conoscere il seguito di quella storia.

Tavola del 100
Ed è così che iniziò ad osservare le lettere sulla pagina. Lettere che già conosceva, proprio perché le avevamo viste già da tempo con il metodo Montessori, ma per cui l'interesse era andato a calare a profitto di esperienze più interessanti che poteva toccare con mano. Un po' come se avesse tenuto quella conoscenza per più tardi, per quando gli sarebbe stata utile.

"Mamma, C e A fanno CA, giusto ?!"
Eccola ! La motivazione, la naturale inclinazione alla conoscenza, intrinseca alla natura dell'essere umano, spinta dal bisogno pressante di sapere, che sbocciava nell'apprendimento naturale e quasi autonomo della lettura!

Mio figlio ha imparato a leggere a 8 anni. 

Alla scoperta delle scienze
"Tardi" mi diranno coloro che sono legati alla performance del sistema scolastico, perdendo di vista che quel che conta non è QUANDO si è divenuti lettori, ma QUANTO PIACERE si prova a leggere e se da adulto si è in grado di dedicare del tempo alla lettura, non più per dovere imposto, ma perché si sente il nutrimento intellettuale, spirituale ed emotivo che si trae dai libri.

Ma non voglio allontanarmi troppo dal soggetto di questo articolo, e nemmeno dilungarmi troppo. 

Lombricompost
Quando siamo venuti a vivere in Svizzera, purtroppo non c'era più la possibilità di continuare la scuola parentale. Ma nonostante ciò, eravamo sereni per i nostri due grandi : erano due testoline assetate di conoscenze, curiosi e capaci di investigare ed andare a cercare le informazioni da cui traevano nutrimento. Creativi, entusiasti e aperti alle novità avevano una gran voglia di andare a scuola, avere una maestra e dei compagni con cui confrontarsi, giocare e legare amicizie. 

Tanto che, i primi anni, Thomas voleva abolire le vacanze scolastiche: erano una perdita di tempo secondo lui. 😂

Pizzaiolo in erba
Thomas
si è trovato molto bene, sia con i compagni che con le maestre durante tutto il suo percorso alle elementari. Aveva difficoltà a stare seduto all'inizio, ma piano piano ha imparato a sottostare a questa regola scolastica. La concentrazione è sempre stata una sua debolezza, così come gli errori di ortografia, soprattutto con le doppie, ma si pensava che il fatto di essere bilingue Francese potesse dare questo tipo di difficoltà. Per il resto era un ragazzino tranquillo, appassionato e con un buon rendimento scolastico. 

Teatrini tra amici
Per Marilou è andata un po' diversamente purtroppo. Già durante il periodo di scuola parentale, avevo intuito che oltre ad essere ambidestra, aveva un modo di pensare che richiedeva più tempo, una riflessione più lunga, che prendeva in considerazione diverse opzioni in dettaglio prima di arrivare a una sua conclusione. 

Ebbe un insegnante poco comprensiva, di quelle che hanno poca pazienza con i bambini che hanno bisogno di più tempo, e arrivano presto alle loro conclusioni irremovibili, che il bambino è svogliato, manca d'impegno e che a casa i genitori non lo seguono. 

Sono stati anni difficili in cui mi implorava di tornare a fare la scuola parentale.

Con i nostri cuori infranti, siamo riuscite alla fine della quinta elementare a far valere la sua diversità di ragionamento che hanno diagnosticato come discalculia. E fu il mio primo approccio con il mondo delle DSA.

Arrivati alle medie è stato un percorso difficile per entrambi. 

Per Marilou, la sfida è stata quella di far valere la sua diagnosi davanti a docenti reticenti e la stipulazione di un PEP (Progetto Educativo Personalizzato). Ma almeno avevamo già una diagnosi e dei test che facevano emergere le sue difficoltà anche se non potevano rientrare nella dislessia o la disortografia attestata. Marilou è quindi in zona grigia per quanto riguarda la dislessia e la disortografia. 

Per Thomas invece è stato un po' diverso. È calato drasticamente l'interesse per lo studio. Non aveva più quella scintilla di curiosità che lo portava naturalmente verso gli apprendimenti... l'età forse ?! Si certo, ma così drasticamente, con veri blocchi, in stato di ansia davanti a compiti in classe o a casa sembrava strano. 

Disegno dal vivo davanti alla gabbia degli Ara Macao
C'è quindi stato consigliato di indagare dalle parti delle DSA anche con lui. 

Abbiamo così scoperto che anche lui è disortografico, dislessico e per condire il tutto ha un Alto Potenziale Cognitivo (APC, qui troverete un opuscolo fatto benissimo per approfondimenti personali) con cui ha saputo abilmente nasconderci le sue difficoltà.

Purtroppo malgrado tutta la legislazione scolastica, le diagnosi scritte da specialisti, PEP e tutta l'attrezzatura dello studente con DSA, non è sempre facile far rispettare i diritti di questi ragazzi, e non parlo solo per i miei figli. 

Quando muovevo i primi passi nel mondo delle DSA, altri genitori con figli nella stessa situazione dei miei mi avevano avvisata : 

"Dovrai lottare, sarà una guerra tra te e i professori per far valere i diritti dei tuoi figli !". 

Non ci potevo credere e mi rifiutavo ! Anche perché sono convinta che la collaborazione e la comunicazione siano essenziali per il bene del ragazzo, in primis. 

Ma purtroppo mi sono dovuta rendere all'evidenza : si deve diventare "Genitori rompi scatole", spingere, spingere e ancora spingere. Avvolte fare anche la voce grossa, per ottenere quel che è di diritto... e ancora, avvolte si arriva solo a compromessi !

C'è ancora molta strada da fare per migliorare la presa in carico di queste menti brillanti, creative, ingegnose bollate di problematiche, svogliate e distratte.  Un sistema scolastico che permetta a tutti di fiorire secondo le proprie qualità, piuttosto che di adattarsi secondo le proprie difficoltà è purtroppo ancora un miraggio. 

Immaginate per un istante, quanto potrebbe essere bella, armoniosa e creativa una società in cui ognuno avrebbe la possibilità di sbocciare secondo la sua natura profonda ?! Sono un irrimediabile sognatrice, lo so ! E mi rendo conto che dovrò ancora e ancora calarmi nei panni dell'avvocatessa dei miei figli... prima di vedere i miei sogni diventare realtà. 

Ma per fortuna, nella mia natura, è inscritto l'ottimismo e la positività !

In ogni situazione, in modo inconscio e automatico per la maggior parte delle volte, cerco il lato positivo e/o l'insegnamento che ne posso trarre, che sia personale o allargato alla famiglia. 

Andando alla scoperta delle particolarità del cervello con DSA, ho imparato molto sul modo di funzionare dei miei figli, ma anche sul mio, scoprendo che anch'io "avevo" o "ho" dei DSA... o meglio, una mente creativa !

Per anni ho pensato di essere meno capace, meno intelligente dei miei compagni... questo durante tutti i miei studi e me lo sono portato dietro fino all'età adulta ! In pratica, scoprire di avere dei DSA mi ha permesso di fare la pace con me stessa, con le mie lacune, con le mie difficoltà e rendermi conto che l'intelligenza non centra nulla, e tanto meno l'impegno o la volontà ! 

Ma bando alle chiacchiere, ora vi racconto quel che ci svela Il potenziale DSA di Benny Fera... che in fondo siete qui per questo ! 

Benny Fera ha scritto diversi libri sulla dislessia, sulla scuola ideale, e sulla sua esperienza di bambino dislessico. In questo ci espone il risultato dei suoi studi e delle sue ricerche, sottolineando diverse volte il fatto che avere una diagnosi di DSA non significa essere sbagliati o malati, ma semplicemente avere un funzionamento cerebrale diverso dalla maggioranza

Infatti sarebbe maggiormente l'emisfero destro a essere coinvolto nelle riflessioni. Questo emisfero non ha un pensiero lineare, logico, ma una visione d'insieme, un pensiero in arborescenza, creativo, che si spinge oltre il ragionamento sequenziale, saltandone le tappe, spesso il bambino arriva alla soluzione senza sapere esattamente quale percorso ha intrapreso. Questo modo di risoluzione dei problemi viene anche chiamato intuitivo. Ciò non significa che questi bambini nascono con doti sovrannaturali... semplicemente che il loro ragionamento è veloce e prende in considerazione tanti fattori nello stesso tempo.

Ed è proprio questo modo di funzionare, che nel sistema scolastico è visto come una difficoltà, un difetto, qualcosa che impedisce di essere adattato al sistema. Invece di essere visto come una una qualità da sfruttare a beneficio non solo dell'autostima del bambino/ragazzo, ma di tutta la classe e della società in seguito. 

Essere creativi non significa poter fare soltanto gli artisti, i pittori o i musicisti... Il potenziale creativo lo si può impiegare in diversi ambiti come per esempio l'architettura o il mestiere dell'avocato... In tanti mestieri c'è bisogno di creatività : per trovare nuove soluzioni, innovazioni, nuovi modi di fare e di vedere il mondo, risoluzioni di problemi originali...

In pratica la società ha bisogno di menti creative come quelle che oggi etichettiamo come "Disturbo Specifico dell'Apprendimento"...come se fosse una malattia da curare. Ma avere una mente creativa, o avere un funzionamento cerebrale che predilige l'emisfero destro, per dirla in un altro modo, non è una cosa che si può cambiare, tanto quanto non si può chiedere a un pesce di volare !  

Eppure è quello che la scuola, la società continua a chiedere hai nostri ragazzi, mettendoli in scacco con metodi d'apprendimento e d'insegnamento completamente obsoleti, basati sull'antico (ormai) bisogno di mano d'opera preparata a lavorare in fabbrica per 8 ore al giorno, consumando il proprio corpo e la propria mente in compiti monotoni, sequenziali e fondamentalmente sempre gli stessi. 

Oggi giorno le fabbriche chiudono, delocalizzate in altri paesi o addirittura la mano d'opera viene rimpiazzata dalla robotica. 

Eppure continuiamo con lo stesso metodo scolastico : con la campanella che ritma gli orari di studio (la stessa che ritmava le giornate di lavoro in fabbrica...), malgrado numerosi pedagoghi, da più di un secolo ormai, abbiano sprecato inchiostro, voce, e sudore per far validare e  promuovere metodi d'insegnamento più vicini alla natura stessa del bambino, che rispettino l'unicità intellettuale e ritmica di ognuno di loro, mettendo in risalto le loro personali doti piuttosto che sottolineare le loro difficoltà. 

Metodi come quello di Maria Montessori, o dei ragazzi felici di Summerhill hanno provato la loro efficacia e il benessere emotivo che ne trae il bambino. Eppure oggi, nel 2021, rimangono metodi riservati a pochi (che si possono permettere scuole private). 

Janusz Korczak
Pedagoghi e intellettuali come Kumar, Frenet, Pennac, Korczac o Stern hanno elencato proposte per cambiare il sistema scolastico che ci trasciniamo da un secolo e mezzo... eppure siamo sempre allo stesso punto... e le riforme non fanno che mettere un cerotto colorato su una ferita sempre più profonda. 

Il malcontento non viene soltanto dagli alunni e dai genitori, sono numerosi anche gli insegnanti che vorrebbero vedere le cose cambiare.

A mio parere, la scuola di oggi non è più conforme alla società per la quale è sensata preparare le generazioni future, è una scuola obsoleta e andrebbe riformata interamente !

Tornando ai bambini con DSA, (scusate mi perdo nei miei discorsi... ma questo dell'educazione scolastica è stato, sin dalla nascita dei miei figli, un tema che mi preoccupa molto !) per cercar di nascondere il problema reale, questi scolari, vengono dotati di mezzi compensativi, stipulati PEP con agevolazioni e verifiche differenziate... ma nessuno ancora riesce a fare un vero lavoro di potenziamento delle qualità affini a questi ragazzi, nessuno si prende cura di lasciar questi bambini utilizzare il loro potenziale creativo, sfruttando le loro qualità. E nessuno si preoccupa delle ripercussioni sulla loro autostima di tutte le etichette che si appiccicano su di loro, per spiegare come mai non riescono ad adattarsi a un sistema, come mai non aderiscono allo stampo predefinito e calibrato su una generalizzazione e standardizzazione della società, a cui pochi riescono realmente conformarsi.

Eppure la Storia, ci parla di tanti geni e visionari che hanno cambiato il mondo, salvato vite, o creato bellezze che ancor oggi ci accalchiamo per andare a vedere o sentire. Geni che per la maggior parte, avevano difficoltà a scuola, o erano considerati al margine del mondo accademico, come Darwin, Gallileo, Da Vinci, Michelangelo e Einstein... 

Certo, l'obiettivo non è quello di fare dei nostri figli dotati di una mente creativa, dei geni... ma se fossimo in grado di imparare dalla Storia, appunto, allora ci occuperemmo di riformare tutto il sistema educativo per lasciare lo spazio ad ogni seme di germogliare e diventare quello che racchiude dentro Sè, senza diagnosi, senza giudizi, senza approvazioni o scale di valore. 

Valorizzando la diversità che da sempre rappresenta la più grande ricchezza dell'umanità !

Benny Fera è uno di quelli che ha analizzato, sia dal punto di vista di esperienza personale che dal punto di vista scientifico, i problemi del sistema scolastico, ponendoci le giuste domande sulle quali ci dovremmo interrogare tutti, con o senza figli con DSA.

Se volete approfondire l'argomento, cliccando qui, trovate il blog di Benny Fera.

Dedicato ai miei figli, da sempre la fonte della mia ispirazione e ricerca personale.

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