Mélusine e Menitiya

Per raccontarvi questa storia devo risalire all'epoca in cui l'anima di Mélusine non  era ancora incarnata, quando la sua essenza formava un tutt'uno con l'immensità dell'Universo. 

Tutto, non era altro che un'unica e meravigliosa scintilla d'Amore.

Per natura di questo stesso Tutto che si potrebbe paradossalmente, definire anche Nulla, ogni anima è destinata a tornare al suo nucleo a ricaricarsi in vista della prossima lezione da vivere. 

Questa moltitudine di particelle non separate le une dalle altre, man mano che il nucleo accoglie a se le anime di ritorno dalla loro esperienza terrena, seguono un naturale movimento centrifugo fino a ritrovarsi sul limitare di questo infinito : passerella di lancio per le anime volontarie e desiderose di sperimentare una nuova vita.

Mélusine era una di queste. Non c'era nulla che la spingesse a tornare sulla terra. Era amata e accolta nell'unità dell'Universo. Ma una spinta la muoveva ancora verso la passerella di lancio. Il bisogno di sperimentare era ancora troppo impetuoso per poterlo domare. 

Succede anche alle particelle più evolute. Non importa a che livello vibri, ad un certo punto ti senti mosso da una spinta. Pe alcuni è Amore, per altri Compassione, per certi Ignoranza. Fatto sta che ci si ritrova su quella rampa di lancio a cui avevamo rinunciato nell'ultima morte, avendo percepito la futilità del materialismo e abbandonato qualsiasi attaccamento al corpo.

Ed ecco che quella spinta si era svegliata in Mélusine... che ancora non era Mélusine, ma una semplice goccia di un unico oceano. 

Decise quindi di staccarsi dal nulla per sperimentare il concreto.

Quando, le anime, si preparano a compiere il grande volo, scelgono la trama della vita che li aspetta, in base a quel che si sentono capaci di affrontare e quel che hanno bisogno di sperimentare. Accettano tutto : dal bene al male. Ma soprattutto il male: l'unico capace di imprimere gli insegnamenti abbastanza in profondità per poterli riportare al nucleo del Nulla

Vien da chiedersi, come fanno certe anime a scegliere di soffrire cosi tanto o di morire così atrocemente ? Dobbiamo renderci conto che quando si fa parte del Tutto, non possediamo la conoscenza del dolore : non abbiamo un corpo ! 

Ma non è soltanto l'assenza di consapevolezza fisica e nemmeno l'impeto del bisogno di sperimentare, a muoverci verso il basso... è qualcosa di più grande, libero da obiettivi, dai ricatti di ricompense o da bisogni venali. È una forza incorruttibile, uno slancio affettuoso per la condivisione, un energia distaccata da qualsiasi emozione che non sia Amore.  

Eccola lì, pronta a decollare per un'altro volo ricco di esperienze. Nella trama della vita che ha scelto c'è tutto ciò di cui ha bisogno : l'abbandono, l'ingiustizia, il rifiuto, il tradimento e l'umiliazione. Ha voluto sperimentarli tutti in una sola vita. Di solito se ne scelgono solo due o tre, ma lei si è sentita abbastanza forte per viverli tutti in una sola volta. 

Forte è sempre stata forte, su questo non v'è ombra di dubbio. È la stella più brillante e intrepida che si sia mai vista nell'intero Universo. Tanto fuggevole e inconsistente quanto determinata. 

Spinta da un unica forza : l'Amore ! Ha compiuto il grande salto senza esitazione, senza voltarsi mai indietro, dimostrando la sua forza incandescente. Man mano che scendeva, diminuiva la sua vibrazione, solo così il Nulla poteva compiere l'opera di incarnazione e nascere a nuova vita nel mondo terreno.

Come accadeva a quelle particelle che sceglievano una vita di dolorose esperienze, Mélusine fu colta dalla nostalgia, non appena il primo anno luce la separò dal Tutto. Immediatamente e prima di lasciarsene sopraffare, la utilizzò per abbassare maggiormente il suo livello vibrazionale. Ciò contribuì maggiormente al processo di condensazione degli elementi, attorno a quella impavida scheggia di luce.

Quando fu quasi del tutto incarnata, le sensazioni di possedere un corpo la assalirono. Solitamente è uno dei momenti più delicati dell'incarnazione. Dall'essere solo Amore e coscienza infinita, si scoprono i limiti del corpo e della mente umana. Ancor si rammenta il disegno che ci aspetta e il seme naturale della paura inizia a stendere le sue radici. In questa fase Mélusine ebbe un sussulto e indietreggiò. La certezza di quel che voleva si stava affievolendo. Prima tutto era certezza, il dubbio non esisteva. Là sù quando era parte del Tutto, non c'era bisogno del frutto del coraggio perché il seme della paura era infecondo.

Poteva ancora scegliere di rinunciare. Ma chi aveva condiviso con lei, la sapienza della sua trama futura, aveva pensato bene di instillarle, in più del seme del coraggio, quello della perseveranza e della forza di volontà. Così decise di concentrarsi su quei preziosi doni e di farli germogliare. 

C'era ancora un po' di tempo prima di venire al mondo. E poi, nascendo avrebbe scordato tutto : la sua storia futura, da dove veniva, la paura, il coraggio, tutto. Solo il presente sarebbe rimasto.

Avvolte capita però, che certi individui ricordino ancora qualcosa di quel che li aspetta, di quel che hanno già vissuto, e di quel che erano prima di tornare a essere carne e ossa. Ma anche questi non ricordano mai interamente. Solo a sprazzi, come pezzi, di diversi puzzle, sparsi sul pavimento. Impossibilitati a ricomporre il quadro per intero dal loro stesso discorso interiore segmentato. 

Quel che resta sono emozioni, sensazioni, il ricordo vago di una paura per qualcosa rimasto ceco agli occhi e sordo alle orecchie. Si muove dentro ma la persona non può parlarne nemmeno con se stesso, figuriamoci con qualcun altro. Così che l'assenza stessa di confronto, mantiene saldo il sigillo che lascerebbe srotolare la pergamena del ricordo primordiale

Mélusine, era una di queste persone altamente sensibili che ricordano. Ancor oggi non so se considerarle privilegiate o disgraziate. Ma poco importa. 

I  ricordi di Mélusine erano come fotografie, istantanee del futuro in cui si vedeva di spalle, vivere situazioni avvolte banali e trascurabili, altre significative con una carica emotiva importante. 

Ebbe almeno la fortuna di nascere in un paese in cui non ci sarebbero state guerre durante la sua vita e quella della sua prole. Non per questo si deve pensare che le sue sofferenze siano state minori di chi ha avuto la sventura di nascere in un posto disgraziato. Anche nei paesi virtuosi vivono esseri umani capaci delle peggior atrocità sui propri simili. 

Mélusine affronta la vita con coraggio, mettendo da parte la disperazione e le delusioni, con un atteggiamento positivo nei confronti della vita. È intelligente e dotata di numerose risorse che le permettono di intravedere il lato positivo in... quasi ogni situazione.

Tra le reminiscenze che emergono nei suoi pensieri, c'é la consapevolezza di dover affrontare una vita colma di ostacoli da superare. Senza timore si prepara con atteggiamenti di spontanea rinuncia, per fortificare il suo carattere. 

La famiglia in cui è nata, non crede in una forza cosmica che unisce tutti gli esseri, e tanto meno nella reincarnazione. Non le danno nessuna educazione spirituale. Ciononostante un lontano ricordo le da la certezza di essere profondamente amata e voluta. Questo sentimento, come un batuffolo morbido e tiepido che alberga al centro del petto la spinge a farsi domande sul senso della vita e l'ordine dell'Universo.

Per andare avanti, Mélusine ricava la sua forza ammirando il mondo che la circonda, ascoltandone la meravigliosa sinfonia e riempiendosi dell'energia dell'Universo. La stessa energia che tiene insieme il mondo, che fa brillare le stelle e fa sorgere il sole. Quella forza intelligente a chi gli uccelli dedicano il loro canto e i fiori le loro corolle.

Ma Mélusine non era sola. Le stesse particelle che le fecero dono dei semi che le diedero la forza di incarnarsi la osservavano dal Nulla. Come se stessero guardando un film in diverse puntate, seguivano con ardore le sue vicende, tremando per lei e con lei. Capitava che qualcuno di loro, preso da troppa emozione nello svolgersi della trama, scegliesse di incarnarsi per poterle stare vicina e esserle di riconforto.

Fu il caso di quella scintilla che si incarnò nelle vesti di sua sorella. Sapeva che in tale corpo non poteva vivere a lungo, e avrebbe partecipato attivamente a una delle disgrazie che componevano il fitto arazzo dell'esistenza di Mélusine. Ma in fondo anche lei aveva le sue esperienze da vivere e quella faceva proprio al caso suo. Non poté impedire nessuna violenza e nessuna disgrazia, ma le rese la vita più gradevole e l'esistenza più leggera, con la sua sola presenza. 

Nell'essenza unica e agglomerata del Tutto v'era ancora chi fremeva per lei. A quel tempo, la sorella di Mélusine si preparava a lasciare il corpo. Non era stata un'avventura lunga ma aveva imparato abbastanza da perderne la gioia di essere incarnata. La particella primordiale si era esaurita, era tempo di far ritorno al nucleo. 

Vedendola in questa triste situazione, una scintilla in particolare, sentì il forte slancio e l'impulso vitale che la portavano a raggiungere Mélusine. Aveva già provato diverse incarnazioni, ma non era mai riuscita a starle vicino più di quel tanto. Questa volta era decisa a trovare un corpo che avrebbe potuto garantirgli un'assoluta vicinanza "per sempre".


Conosceva le disavventure che avrebbe dovuto affrontare Mélusine e anche quelle che avrebbe condiviso con lei. Così, non esitò nemmeno un istante e si fregiò un passaggio fino all'estremità del Nulla, pronta a compiere il grande salto. 

Il suo nome era Menitiya, che in un'antica lingua significa "Gemello". Infatti lo slancio che sentiva nei confronti di Mélusine possiede la stessa intensità di quello che risentono le cosiddette Anime Gemelle

Nella vita Terrena, non vi sarà per forza un legame Amoroso inteso come sessuale. Non lasciatevi ingannare dal vocabolario usuale terrestre. Quando si fa parte del Tutto, non si possiede un genere alcuno, e tanto meno dei genitali. Voi li chiamate "Angeli" mi pare ?!  

Ed è altrettanto normale avere affinità con particelle piuttosto che con altre. È una questione di polarità. Due poli di medesima natura si respingeranno per la semplice ragione che uno non ha nulla da donare all'altro. Invece, due particelle con polarità diverse diventeranno un Tutt'Uno

Ecco Mélusine e Menitiya erano due particelle unite dalle loro polarità divergenti, ed erano cosa sola, unica e perfetta. Sembrerà naturale al lettore, spero, che questa ricerca di unione si protragga anche durante il ciclo di incarnazioni. Ma ripeto, non pensate con la mente terrena, ben si con quella che unisce noi tutti a un Tutto che è nel tempo stesso un Nulla eterno e sterminato.

Ménitiya arrivò sulla terra nell'abito carnale del figlio primogenito di Mélusine. Poche settimane prima che sua sorella lasciasse il corpo. Non vi rattristate gente, perché ebbero il tempo di salutarsi, guardandosi profondamente negli occhi e riconoscendosi, con una tale complicità che solo di rado si può incontrare tra una persona che sta lasciando il corpo e una che lo ha appena investito. Ma come avrete capito, erano due complici scintille, parte di un unico Tutto, venuti al mondo per sostenere una loro particella affine, partita dal Nulla per vivere una vita piena.

A dimostrazione di come nulla sia lasciato al caso nell'inconscio, Mélusine scelse per suo figlio, un nome che nell'antica lingua parlata dal misericordioso Gesù e tramandata unicamente verbalmente, significa "Gemello". 

Ménitiya e Mélusine : una straordinaria storia d'Amore Puro tra una madre e suo figlio, due parti distinte di un unico Tutto. Un legame che va oltre a quello del sangue e della carne, che ci parla dell'essenza a cui noi Tutti apparteniamo, come un'unica cosa : il Nulla.

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