"La principale minaccia per l'umanità - l'accavallarsi di emergenze, dalle piogge sempre più violente e torrenziali all'innalzamento dei mari, dai periodi di grave siccità alla diminuzione delle riserve idriche, dalle sempre più vaste zone morte negli oceani alla grande diffusione di insetti nocivi, fino alla scomparsa quotidiana di foreste e specie viventi - per la maggior parte delle persone non è una buona storia. Ma anche quando ci importa delle crisi del pianeta, la viviamo come una guerra in corso "laggiù". Siamo consapevoli dell'urgenza e della cruciale importanza della posta in gioco, ma pur sapendo che sta infuriando una guerra per la nostra sopravvivenza, non abbiamo la sensazione di esserci immersi dentro."
"I cambiamenti climatici rappresentano la più grande crisi che l'umanità si sia mai trovata davanti e si tratta di una crisi che saremmo sempre chiamati a risolvere insieme e contemporaneamente ad affrontare da soli. Non possiamo mantenere il tipo di alimentazione cui siamo abituati e al tempo stesso mantenere il pianeta cui siamo abituati."
NON MANGIARE NESSUN PRODOTTO ANIMALE PRIMA DI CENA !
"Il Pianeta si vendicherà su di noi, oppure noi saremmo la vendetta del pianeta."
Proprio perché ogni sforzo, ogni rinuncia, qualsiasi gesto che possiamo fare nel nostro piccolo, quotidianamente, conta !
Proprio perché i gesti dei singoli cittadini non saranno sufficienti ad arrestare il riscaldamento climatico, abbiamo bisogno di un movimento di massa, in cui i governi, tutti i governi di tutti i paesi investono per agevolare questo cambiamento di pensiero, di dogmi, di funzionamento.
Uniti, tutti insieme per la nostra sopravvivenza.
"Nessuno se non noi distruggerà la Terra e nessuno se non noi la salverà. Noi siamo il Diluvio e noi siamo l'Arca."
L'autore è riuscito a rendere, il risultato di due anni di ricerca, una lettura scorrevole, coinvolgente e accattivante, grazie a tutta una prosa che circonda un compendio di dati e statistiche, in cui ci guida in un viaggio attraverso la Storia, la sua storia personale e la storia della sua famiglia, e in particolare di sua nonna scappata dalla Polonia prima dell'invasione Nazzista, unica sopravvissuta della sua famiglia, perché fu l'unica a credere agli orrori perpetrati nei campi di lavoro. Gli altri membri della sua famiglia sapevano come lei... ma non potevano crederci e così sono rimasti.
"I poster del governo americano per favorire l'uso condiviso della macchina dichiaravano : "Quando viaggi DA SOLO viaggi con Hitler!"
Sapere una cosa non significa crederci.
Un viaggio attraverso il quale Jonathan Safran Foer cerca di avvicinarsi alla propria anima, alla propria coscienza. Così facendo e per la capacità che ha un racconto di agire da specchio sul lettore, ci scuote cercando di svegliarci e farci reagire.
Ecco, oggi noi tutti siamo nello stesso punto in cui si trovava la nonna di Jonathan all'epoca della Seconda Guerra Mondiale.
Sappiamo, ma è come se stesse capitando su un'altro pianeta. Sappiamo, ma non ci crediamo veramente. Perché se così fosse ci impegneremmo di più, molto di più. Sapendo che qualsiasi sacrificio sarebbe di poco conto. Sapendo che con il semplice gesto di spegnere le luci possiamo salvare vite; sapendo che con il sacrificio di non mangiare proteine animali prima di cena possiamo salvare vite; sapendo che scegliendo di prendere i mezzi pubblici o andare a piedi, salviamo vite... le nostre vite !
"Durante la Seconda guerra mondiale, gli abitanti delle città americane lungo la costa orientale spegnevano le luci all'imbrunire. Non perché corressero un pericolo immediato; lo scopo dell'oscuramento era impedire ai sommergibili tedeschi di sfruttare la retroilluminazione urbana per individuare e affondare le navi in uscita dai porti. Nel corso della guerra, gli oscuramenti si estesero alle città di tutto il paese, anche a quelle lontane dalla costa, per immergere i civili in una guerra i cui orrori non erano visibili, ma che per essere vinta esigeva un'azione collettiva. [...]La Seconda guerra mondiale non sarebbe stata vinta senza l'attivazione del fronte interno, che ebbe un impatto concreto non meno che psicologico : la gente normale unì le forze per sostenere la causa generale."
O forse abbiamo solo perso la speranza ?!
Nessun commento:
Posta un commento